Oggi è uno di quei giorni. Uno di quei giorni in cui tutto viene messo in discussione, anche i capisaldi delle mie certezze. Una tensione sottile scatta in fondo a me, spingendomi ad esaminare le fondamenta delle mie convinzioni, a capire se sono vere e solide o se sono state costruite su fragili basi. E’ come se mi facessi l’esame: la prova del nove. Mi rifugio nel passato, ricordando le persone che hanno attraversato la mia vita, cercando risposte e conferme.
Nel flusso dei pensieri, una frase letta sul corriere che mi ha colpito particolarmente: “L’amore per una persona finisce davvero quando t’innamori di nuovo di un’altra”. Ma non riesco a farlo. Non solo non ci riesco, ma mi sto negando la possibilità stessa che ciò accada. Sto impedendo sin dal nascere la possibilità che un nuovo amore sbocci e prenda il sopravvento. Mi rendo conto che sto lasciando andare anche me stesso, fisicamente, perché non sento più l’importanza che una volta attribuivo a tutto ciò.
La canzone, che accompagna questa giornata, si fonde con questi pensieri e mi conferma che, nonostante gli sforzi, sono ancora profondamente ferito. Sono broken come le note che risuonano nelle orecchie, ma che mi sembrano così familiari. In una sorta di dedica personale, mi immergo nelle parole e nelle emozioni che mi fa provare.
Meditando ancora, mi rendo conto che il mio cuore non ha ancora iniziato appieno il suo processo di guarigione. Le ferite che porto sono ancora aperte. Mi chiedo come sia ancora possibile provare affetto per questa persona e sentirne la mancanza, ma allo stesso tempo mi rendo conto che forse tutto ciò è solo il frutto della mia mente. L’idea di una persona che non so più se sia reale si mescola con i ricordi. Mi sento in ricerca di un senso di chiarezza e di una profonda comprensione di me stesso e delle scelte che ho compiuto. Dei giorni mi sembrano perfette, altri mi soffocano e mi stritolano e sento urlare dentro.
Trovo conforto nella consapevolezza che è normale sentirsi così. È importante concederci il tempo di guarire, di metabolizzare le delusioni e di ricostruire le fondamenta. Sono rotto, sì, ma questa rottura può diventare una chiave per riscoprire il mio vero io, per cercare la felicità e trovare un equilibrio rinato.
D’altronde, tutta la mia vita è frutto di un grande rottura.
Quindi, oggi dedico questa giornata a me stesso. Mi immergo nella musica che mi culla e mi lascio trasportare dalle emozioni che risuonano. Almeno ora è tuto sotto controllo, fanno male ma non troppo. Affronto il difficile esame delle mie certezze, senza paura di metterle in discussione, perché solo così potrò ricostruire una versione più forte e autentica di me stesso. Il percorso di guarigione continua, e oggi ho il coraggio di abbracciare la mia fragilità e la possibilità di trovare una nuova forma di felicità.