di uno che a volte piange e manco sa perché
C’è una cosa strana che succede certe mattine. Ti svegli, ti fai il caffè, guardi fuori e c’è il sole… ma dentro senti acqua.
Una pozzanghera emotiva.
E non sai da dove arriva.
Oggi ho ascoltato una canzone, così, senza pensarci. Quelle cose che partono in automatico mentre cerchi le chiavi o ti metti le scarpe al volo. E niente, a metà mi sono ritrovato con gli occhi lucidi.
Mi è venuta in mente una persona.
Una storia.
Un addio in macchina.
Uno di quei momenti in cui fai finta di sapere quello che stai facendo, ma dentro hai solo un cartello giallo con su scritto “Attenzione, il pavimento è bagnato”.
Perché lo era, cazzo. Era tutto bagnato.
Di lacrime non versate. Di parole lasciate a metà.
Di quei “per sempre” detti con la voce, ma non con il cuore.
Mi è venuto da ridere e da piangere insieme.
Perché certe cose, quando ci ripensi, sembrano cinema.
E invece eri solo tu, con gli occhi pieni di futuro mentre mi guardavi come si guarda una promessa fatta sotto il cielo stellato, come se avessimo già scritto insieme la nostra storia, pagina dopo pagina.
E io, lì accanto, come chi stringe tra le mani una lettera d’amore scritta di notte, con il cuore che batte forte ma con il timore di non sapere se sia il momento giusto per inviarla. Il cuore diviso tra il desiderio di abbracciarti ogni giorno, l’amore che nutro per la mia famiglia che è come una radice che non voglio spezzare, e il sogno di scoprire un po’ di me, come se ci fosse un capitolo che non avevo mai letto, ma che forse era proprio quello che mi manca.
Poi il tempo fa quello che sa fare bene: cambia gli indirizzi, sposta le priorità, cancella i nomi salvati con il cuoricino.
E tu rimani lì.
Con il cuore pieno di cose che non sai più dove mettere.
Con i vetri rotti che però erano plastica.
Con la voglia di dire “mi dispiace” anche se non serve più a niente.
Mi ha fatto piangere, quella canzone.
E manco so perché.
O forse lo so, ma non ho voglia di dirmelo.