evermore

Ci sono amori che non finiscono. Non perché ci sia ancora qualcosa da dire, ma perché certe persone si incastrano nell’anima come una chiave che gira una volta sola nella vita. Il tempo non sempre scalfisce ciò che il cuore ha deciso di custodire.

A volte mi manchi come manca l’aria in una stanza troppo chiusa, ma continuo a respirare lo stesso, fingendo che vada tutto bene. Lo faccio per rispetto, per dignità, perché l’amore vero, anche quando fa male, sa restare in silenzio. E nel silenzio nascondo tutta la forza di chi sceglie di non disturbare l’equilibrio dell’altro, anche se dentro cade a pezzi.

Mi sono chiesto mille volte se scrivere. Se dirti che anche adesso, in mezzo a tutto, sento ancora il tuo nome. Il tuo nome è mio. Ma poi capisco che il mio amore ha preso una nuova forma: quella di chi lascia andare. Non per rassegnazione, ma per rispetto. Come nella fiaba, quando la Bestia, guardandola andare via, non cerca di trattenerla. Perché l’amore vero, si manifesta anche nel silenzio dell’addio.

Tu ora sorridi con altri occhi, e io rimango qui, nell’eco della tua assenza, in questa torre senza finestre che mi sono costruito da solo. Eppure, anche qui, ogni tanto, mi sembra di sentire ancora la tua voce tra le pareti, come una promessa sussurrata e mai mantenuta. I was the one who stayed… e ancora resto. Non come speravo, ma resto. Perché anche se tu non tornerà mai, io non ti ho mai lasciata davvero.

C’è un dolore sottile in questo amore che non chiede nulla, ma che continua a esistere. È la mia forma di fedeltà. E anche se nessuno lo saprà mai, anche se tu non leggerà mai queste parole, dentro di me è come se ogni giorno ti dicessi: sto bene, anche se non è vero. Continuerò a vegliare da lontano, in questa eternità sospesa… evermore.