Autore: Luigi Molinaro
Sillogismo
Debolezza
La mia indipendenza, che è la mia forza, implica la solitudine, che è la mia debolezza.
Mind is a scary place to be stuck in.
Questa mattina, una luce sottile penetrava attraverso le persiane socchiuse, gettando sfumature dorate sul pavimento della stanza. Il tempo sembrava aver perso la bussola, oscillando tra piogge inaspettate e improvvisi bagliori di sole, proprio come la tempesta di sentimenti dentro di me.
Mentre emergevo dal sonno, mi colpì come un pugno nello stomaco la rivelazione che finalmente avevo compreso la verità. Una verità che avevo cercato di ignorare, rimuovendo dalla mente e dal cuore. Una verità che riguardava te, la tua importanza nella mia vita e quanto tu avessi cercato di farmi aprire gli occhi, mentre io, cieco di fronte ai miei stessi demoni, non ero stato capace di vedere.
Non mi ero reso conto di tutto il male che avevo seminato, nemmeno quando cercavi di farmelo comprendere con gentilezza e delicatezza. Sono stato ingenuamente prigioniero di un amore confuso, tossico, come se fossi stato trascinato in un vortice di schizofrenia emotiva. Da cosa stavo scappando ? Cosa rappresentava ? Ma come ho potuto fare un errore simile? Forse c’era qualcosa che non andava tra me e te, ma perché ho deciso di rifugiarmi altrove piuttosto che affrontare le mie paure e i miei dubbi? Ho creato un caos doloroso e confuso, incapace di capire la reale portata delle mie azioni.
Perchè ti ho graffiato così brutalmente?
Il passato è ormai una terra lontana, e la macchina del tempo è solo frutto di fantasie irrealizzabili. Non posso tornare indietro, né dirti che sei stata per me un faro nella buia tempesta della mia vita, che mi hai sostenuto e aiutato a crescere, che grazie a te ho trovato la forza per raggiungere la mia laurea, per iniziare la psicoterapia. E come mi sono comportato con te? Mi vergogno così tanto. Adesso è troppo tardi, e questa lettera è solo un modo per sfogare il rimorso e il dispiacere che mi assalgono.
Mi dispiace profondamente di aver coinvolto una persona meravigliosa in quel momento così cupo e confuso della mia esistenza. Sento il desiderio di voler cancellare tutto, di far finta che nulla sia successo, ma so che sarebbe ingiusto nei tuoi confronti, nei miei.
Vorrei avere il coraggio di ammettere che avevi ragione, ma la tua rabbia e l’odio mi impediscono di avvicinarmi a te, perchè sai come colpirmi: forse è ciò che succede quando una persona conosce esattamente i punti deboli dell’altra e sa dove colpirla per ferirla di più.
Nonostante tutto, voglio che tu sappia che non ti odierò mai. I ricordi che abbiamo condiviso insieme, rimarranno per sempre preziosi nella mia memoria. Il momento in cui la mia follia è venuta a galla, e ho scritto quei pensieri nel mio blog, è inciso nella mia mente come una pietra preziosa. Quello sguardo nel tuo volto, un misto di comprensione e tristezza, rappresentava la fine della nostra storia, ma anche l’inizio di una profonda consapevolezza.
La vita è fatta di esperienze e incontri che ci plasmano e ci insegnano a essere migliori. Sebbene il nostro cammino sia giunto a una svolta amara, porterò sempre con me i momenti meravigliosi che abbiamo condiviso, perché mi hanno reso la persona che sono oggi.
Questo capitolo si chiude qui, ma il libro della mia vita continua. Forse il destino ci ha separato, ma rimarrai sempre una parte importante del mio passato, delle mie gioie e delle mie sofferenze.
Feel nothing
Diario degli errori
Always
Pain and Anger
Mi ritrovo immerso in un profondo silenzio interiore, mentre le parole del testo risuonano nel mio intimo. Mi chiedo come mai e le ragioni per cui talvolta devo entrare in contatto con queste sensazioni, come se ci fosse qualcosa sotterrato nel mio cervello che periodicamente emerge, richiedendo attenzione.
Ricordi, emozioni, esperienze che abbiamo scelto di nascondere, di seppellire nel tentativo di preservarci o di allontanarci dal dolore che potrebbero suscitare. Sono frammenti di un passato che ci appartiene, ma che talvolta evitiamo di affrontare.
Nel profondo dell’anima, affiora un’altra verità. La violenza, con le sue fauci insaziabili, è entrato pervasivamente nel mio essere, lasciando cicatrici invisibili ma profonde. È una forza distruttiva che cerco costantemente di contrastare, una marea di rabbia che brucia dentro di me.
Per contrastarla vivo spesso in un non Luigi che è diventato sempre meno aggressivo, sempre più calmo e con il desiderio di non accendere mai attriti. Attrito, discussione, rabbia, violenza. All’improvviso.
La violenza, sia essa fisica o emotiva, ha il potere di sconvolgere l’equilibrio della nostra esistenza. Essa si insinua nelle pieghe della nostra mente, mina la nostra capacità di fidarci, di amare, di sperare. Ed è in quel buio, in quelle profondità oscure, che dobbiamo affrontare una scelta.
Ma la lotta non è priva di sfide. La rabbia può bruciare dentro di me come una fiamma incontrollabile, spingendomi verso l’impulso di rispondere con la stessa violenza che combatto. È qui che devo trovare la forza interiore per canalizzare quella rabbia in azioni positive.
E mentre affronto questa lotta, tengo saldo il ricordo di quelle parole, che siano la forza che mi spinge avanti: “In this river all shall fade to black, ain’t no coming back.”
there is no way back
KOMOREBI – 木漏れ日
Una delle mie parole preferite in assoluto è questa, komorebi, la luce che filtra tra le foglie degli alberi. C’è qualcosa di assolutamente poetico, quasi magico, in una cultura che crea una parola apposta per un concetto del genere.
Ma la meraviglia di questa parola non è limitata al suo significato. Sia come vocabolo in sé, sia dal punto di vista dei kanji, è una parola davvero molto interessante. Cominciamo a chiederci… Da dove viene?
Komorebi è in realtà un termine composto… da ben tre parole! 木 ki, albero, 漏れ more, da 漏れる moreru, perdere, gocciolare, e infine 日 hi, sole, giorno. E su tutte e tre c’è qualcosa di speciale da dire.
木 ki, albero, è sempre pronunciato “ki”, appunto (come kun’yomi)… tranne che in tre vocaboli, in cui è pronunciato “ko” (be’, tre sono quelli che val la pena ricordare): 木霊 kodama, l’eco (o, letteralmente, “lo spirito degli alberi”), 木立 kodachi, cespuglio, e 木漏れ日 komorebi, appunto. Piccola curiosità, in passato aveva anche una pronuncia “ku”, rimasta nella parola 果物 kudamono (=ki no mono, lett. “le cose degli alberi”), ovvero “la frutta”… forse qualcuno ricorderà che ne ho parlato qui, a proposito di “no” e delle sue “varianti”.
漏れる invece riguarda liquidi o gas che gocciolano/fuoriescono quando qualcosa perde e, in senso figurato, suoni, luce, informazioni… Potrebbe non suonare benissimo pensare a una “perdita”, ma trovo ci sia comunque qualcosa di molto poetico nel vedere questa luce che ci piove addosso filtrando tra i rami degli alberi. E se vi sembra strano, pensate che esiste l’espressione 木漏れ日に濡れる komorebi ni nureru, bagnarsi nella luce che filtra tra gli alberi.
日 hi, infine, letto “bi” come capita in certe parole composte, normalmente indica il sole o, per estensione, il giorno, ma qui con una metafora (abbastanza rara) assume il senso di luce …tanto che komorebi può usarsi anche in riferimento alla luce della luna. Anche se a guardare l’immagine qui sotto, forse dovremmo includere anche la luce delle stelle… 😉
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L’anima non vibra con chiunque