E’ notte fonda quando finisco di leggerlo e assaporo tutta la trama insieme a quella sensazione di nostalgia per averlo finito. Chissà perchè adoro la nostalgia.
Il libro “Il maestro e Margherita” era li sul comodino, e le parole ancora nelle profondità della mia mente. Avevo passato ore immergendomi nella complessità di quella storia, cercando di comprendere le sottili sfumature della relazione tra il Maestro e Margherita.
Sono rimasto colpito dalla devozione straordinaria di Margherita nei confronti del Maestro. Come aveva osato sfidare il diavolo stesso, pur di salvarlo dalla sua disperazione? Era un atto d’amore così puro e potente che sfidava le stesse forze dell’inferno. In quella notte silenziosa, la conferma: l’amore poteva essere una forza salvatrice, un faro di speranza in un mondo travagliato e con questo concetto che nel tempo ho esteso all’amore verso i miei figli mi ci ritrovo. Meno su quello di coppia, perchè le persone vanno via sempre, non appena c’è da lottare. E’ li che si vede se ci tieni veramente del resto. Tutto facile quando è tutto bello.
Il Maestro e Margherita avevano attraversato sfide straordinarie insieme, e la loro relazione aveva retto, sottolineando la forza del legame tra di loro. Era come se, nel mondo surreale e caotico creato da Bulgakov, l’amore tra due persone avesse il potere di contrastare le forze oscure che minacciavano di inghiottirli.
La storia del Maestro e Margherita avrebbe continuato a ispirarmi, ricordandomi il potere dell’amore e della redenzione anche nelle situazioni più complesse.
E così, tra le pagine di un libro e i miei sogni notturni, trovai la mia pace, in fondo non avevo perso nessun amore importante. Tutto era nella mia testa, come una fiaba.