Conoscete “Il recinto a otto pareti”? Fin da bambini noi impariamo a scomparire dentro noi stessi. A erigere mura inviolaboli dentro cui viviamo quando abbiamo bisogno. Dovrete addestrare voi stesso ad ascoltare, senza sentire. Per esempio, potete ascoltare il suono di fiori che cadono o di rocce che crescono. Se veramente ascoltate, allora di sicuro il presente svanisce. Non fatevi incantare dalla nostra amabilità, dai nostri inchini o dai cerimoniali. Sotto a questo possiamo trovarci a grande distanza, soli… e sicuri.
Il “recinto a otto pareti” simboleggia l’isolamento autoimposto e la difesa contro le intrusioni esterne, contro i pensieri ossessivi
Fin da bambini, i giapponesi vengono educati a scomparire in loro stessi. A erigere mura, a costruire alte fortificazioni dietro le quali nascondersi quando è necessario.
È una sorta di gabbia invisibile quella nella quale crescono. Una prigione dell’anima. Un recinto a otto pareti nel quale accucciarsi per sfuggire al presente. La meditazione, l’ascolto, la riflessione, servono alla mente e al corpo per presidiare i crucci del presente e sormontarli. Nella pazienza di “ascoltare senza sentire” – virtù sconosciuta agli europei – risiede la forza per guardare al domani con fiducia. Per camminare a testa alta nella vita. John Blackthorne è comprensibilmente disorientato dal mondo che lo circonda. Tradizioni, consuetudini e leggi incomprensibili lo tengono imprigionato in quella terra. Ma, allo stesso tempo, esercitano su di lui un oscuro fascino.
Nella pazienza di “ascoltare senza sentire” – una virtù sconosciuta alla mia cultura occidentale – ho trovato la forza di guardare al domani con fiducia, di camminare a testa alta nella vita.