È NORMALE
Dovremmo imparare a normalizzare le paure.
A normalizzare le difficoltà.
A normalizzare le sfide quotidiane.
Se pensiamo di dover fare sempre tutto bene,
Se pensiamo di dover essere sempre al meglio,
Se pensiamo che se tutto non va liscio sarà un problema,
Se pensiamo che se si materializza quella situazione difficile io probabilmente non sarò all’altezza o non avrò le capacità per affrontarla…
Allora sì che diventerá pesante gestire ogni più piccolo ostacolo che si frappone nel mio cammino.
Non mi stancherò mai di dire che:
È normale avere paura,
È normale convivere con l’ansia nella pancia prima di una prestazione,
È normale non capirsi con l’allenatore,
È normale che per giorni quella cosa non ti venga più,
È normale avere dei momenti bui,
È normale che ti tremino le gambe quando ci tieni,
È normale fallire, perdere, sbagliare.
Anche in modo eclatante.
Quello che “non è normale”, è pensare che:
non ce la farai mai,
non vali,
non sei abbastanza,
non puoi più recuperare,
forse dovresti smettere o mollare,
adesso crolla il castello e dovrai ricominciare da capo,
hai perso la tua occasione,
chissà cosa penseranno di me,
hai sbagliato tutto,
non è la tua strada.
Quando impariamo che “è normale” sentirsi così, impareremo anche
che passerà,
che possiamo chiedere aiuto,
che la vita è pazienza,
che questa condizione di difficoltà non durerà per sempre,
che è proprio nelle sfide che posso allenare nuove risorse,
che lì fuori ci sono persone che mi amano esattamente per quello che sono e che non se ne vanno se cado.
Quelle persone, quelle poche persone, ci sono e ci saranno sempre.
Sono disposte a tendermi la mano, ad aiutare a rialzarmi e a dirmi:
“Hey, è normale.”
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