“Oggi è stata una giornata difficile”, disse Pooh. Ci fu una pausa. “Vuoi parlarne?” chiese Pimpi. “No” disse Pooh dopo un po’. “No, non credo”. “Va bene”, disse Pimpi, e si sedette accanto al suo amico. “Cosa stai facendo?” chiese Pooh. “Niente” disse Pimpi. “Solo, so come sono i giorni difficili. Molto spesso non va di parlare neanche a me nei miei giorni difficili”. “Ma…” continuò Pimpi, “i giorni difficili sono molto più facili quando sai di avere qualcuno lì per te. E io sarò sempre qui per te, Pooh.” E mentre Pooh sedeva lì, rimuginando sulle difficoltà della giornata, mentre Pimpi sedeva accanto a lui in silenzio, facendo oscillare le sue piccole gambe… pensava che il suo migliore amico aveva proprio ragione
Install a custom Kubernetes cluster with Rancher. Use the ‘Custom’ cluster.
Add Kubernetes nodes and join the Kubernetes cluster
Run the following commands on all the VMs that your Kubernetes cluster will run on. The final docker command will have the VM join the new Kubernetes cluster.
Replace the –server and –token with your Rancher server and cluster token.
kubectl patch storageclass fast -p ‘{“metadata”: {“annotations”:{“storageclass.kubernetes.io/is-default-class”:”true”}}}’
Using the default Nginx Igress
Rancher automatically installs the nginx ingress controller on all the nodes in the cluster. If you are able to expose one of the VMs in the cluster to the outside world with a public IP then you can connect to the ingress based services on ports 80 and 443.
Any app you want to be accessible through the default nginx ingress must be added to the ‘default’ project in Rancher.
Ti stai sbagliando non è stata una coincidenza..ognuno di noi si trova dov’è per via delle scelte che ha compiuto! Che fossimo in classe insieme non è stato un caso..non è stato nemmeno a causa del destino..Per scrivere “Vivere con la morte” ho scelto quel quaderno..a te che piacciono i libri ha incuriosito e l’hai raccolto..e poi hai accettato il mio desiderio..Tutte le scelte che hai fatto finora..tutte le scelte che io ho fatto finora..ogni nostra scelta si è accumulata alle altre e ci ha fatto incontrare! Ecco perché siamo qui ora..
Mio padre mi ha detto che si da piccolo ero molto sensibile, come Simone. Mi ha detto che da piccolo piangevo ogni volta che vedevo il brutto anatrocco.
Joe che sostituisce lo spartito con tutti gli oggetti trovati da 22 mentre è nel suo corpo è una metafora così intelligente. Finalmente esce dalla sua fantasia di “scopo musicale” e realizza che tutti quei piccoli oggetti SONO la sua vita. I suoi amici, i suoi genitori, i suoi momenti di solitudine, i suoi studenti, la sua passione, i suoi ricordi … Non siamo nati con uno scopo, non sempre, ma piuttosto con una scintilla che ci fa sentire vivi.
In certi periodi della mia vita, quelli in cui ho affrontato dei cambiamenti, avverto l’avvicinarsi del primo gennaio più forte. È tutto un insieme di sensazioni, principalmente negative. Di ansia, incertezza e profonda inquietudine. Mi chiedono “cos’hai?” Come se la domanda non fosse scontata e la risposta di più. Eh, cosa ho. Cosa non ho. “Non lo so” E invece lo so. Sempre. Dal primo gennaio di quell’anno. Negli anni a venire ho iniziato a convincermi che ci fosse una sorta di data di scadenza del Dolore e che dopo non fosse più consigliato aprire la confezione. Fine di una amicizia? Dai 3 ai 6mesi. A seconda dell’amicizia. Fine di un amore? Dai 6 ai 12 mesi, dopo diventa chiusura. O clausura. Lutto? ahi, questa è difficile! “Non lo so” E invece lo so. Sempre. Dal primo gennaio di quell’anno. Sarebbe così semplice avere delle etichette PAO come nei cosmetici (grazie Emma ♥️) E poi buttare la confezione di Dolore scaduta proprio come dovrei fare con l’oki che mi ostino a portarmi sempre dietro. Fra poco saranno anni. Anni di domande senza risposte. Di malattie senza medicine. Di conti senza oste. Di tempo che non abbiamo avuto. Di confezioni senza scadenza. Non ho imparato a buttare via ma a crescere e lasciare andare. E ho imparato a ridere, ridere tanto. Ad amare, ascoltare, sbagliare, chiedere scusa… E lasciare andare, le persone non i ricordi. Quelli ancora mi invadano, come dicevo, i giorni prima del nuovo anno.
Alla fine la chiave l’ho trovata, era tutto nella mia testa.
«Tu sei innamorato di un sogno»
Tutto ti sembrava speciale perché era tutto solo frutto di un sogno. La realtà che parlava di ben altro.
Una realtà (quella del passato) che se è fine a se stessa risulta essere solo un riflesso delle proprie immaginazioni (delle pagine con dei confini, quindi).