Ascensori

In un mondo fatto di alti e bassi, di gioie e sfide impreviste, due anime si erano intrecciate in un legame indissolubile. Avevano visto il peggio degli anni migliori, attraversato campi minati insieme e raccolto rose tra le spine. Era un connubio di promesse sussurrate sotto cieli tempestosi, su panchine di parchi, risate condivise nei giorni di sole, sguardi complici.

Non c’era giuramento di eternità, ma una consapevolezza profonda che ogni istante passato insieme valeva più di qualsiasi promessa fatta per sempre.

Poi, come spesso accade nella vita, il “momento” si è perduto, svanendo nell’incertezza. Non bastava più.

In un gioco di carte della vita, avevano deciso di rischiare, di mettere tutto sul tavolo per due cuori intrepidi. Le loro mani si erano intrecciate come il simbolo di un impegno silenzioso, anche quando la vita, capricciosa come un ascensore, cambiava all’improvviso i suoi piani. Insieme avevano attraversato il meglio e il peggio, costruendo un rifugio reciproco dalle tempeste interiori.

Poi, come un vaso prezioso caduto, tutto si era frantumato. Contava solo farsi male.

Era una promessa di presenza oltre le difficoltà, un impegno a essere il riparo durante gli inverni interiori, a essere il Marzo quando il freddo si faceva sentire. Insieme, avrebbero costruito la pace dopo ogni guerra, navigato tra sogni e bisogni, mantenendo viva la differenza che li univa.

Ma, invece, si era trasformato in polvere, miserie, bugie, crudeltà, e dolore.

Buio

Fine

lascia

Lascia che le cose si rompano, smetti di sforzarti di tenerle incollate.
Lascia che le persone si arrabbino.
Lascia che ti critichino, la loro reazione non è un problema tuo.
Lascia che tutto crolli, e non ti preoccupare del dopo.
Dove andrò?
Che farò?
Nessuno si è mai perso per la via, nessuno è mai rimasto senza riparo.
Ciò che è destinato ad andarsene se ne andrà comunque.
Ciò che dovrà rimanere, rimarrà comunque.
Troppo sforzo, non è mai buon segno, troppo sforzo è segno di conflitto con l’Universo.
Relazioni
Lavori
Case
Amici e grandi amori.
Consegna tutto alla Terra e al Cielo, annaffia quando puoi, prega e danza ma poi lascia che sbocci ciò che deve e che le foglie secche si stacchino da sole.
Quel che se ne va, lascia sempre spazio a qualcosa di nuovo: sono le leggi universali.
E non pensare mai che non ci sia più nulla di bello per te, solo che devi smettere di trattenere quel che va lasciato andare.
Solo quando il tuo viaggio sarà terminato, allora finiranno le possibilità, ma fino a quel momento, lascia che tutto crolli, lascia andare.

Usciamo insieme ?

Le passeggiate.

Mentre il sole dipinge sfumature di rosso e arancione nel cielo, mi incammino lungo il sentiero della solitudine. La bellezza serena della natura intorno a me sembra sottolineare l’importanza di questa passeggiata, un viaggio dentro e fuori di sé.

La solitudine, un tempo considerata un rifugio temuto, si svela ora come un santuario di introspezione. È come se la natura stessa invitasse a scoprire ciò che si cela nelle profondità della mente. Il fruscio delle foglie sotto i miei passi accompagna il ritmo dei pensieri che si svelano gradualmente.

In questo mondo di connessioni costanti, la solitudine è diventata una sfida, un’impresa che richiede coraggio. Ma proprio come ogni passeggiata ha il suo ritmo, così anche la solitudine ha il suo passo lento e riflessivo. È una danza con i propri pensieri, una sinfonia silenziosa che si svela solo a coloro che hanno il coraggio di ascoltarla.

Attraverso il silenzio, i pensieri si fanno più chiari, più definiti. È come se il frastuono del mondo esterno si allontanasse, lasciando spazio a una conversazione intima con se stessi. La mente, come un fiore che sboccia, rivela petalo dopo petalo i pensieri e i sentimenti che magari prima erano nascosti nell’ombra dell’indifferenza.

Le prove della solitudine, se affrontate con pazienza e consapevolezza, portano con sé una ricompensa preziosa. La mente si rafforza, i pensieri si affinano, e la connessione con il proprio io interiore si intensifica. Come un escursionista che raggiunge la cima di una montagna, la solitudine offre una vista panoramica sulla propria esistenza.

La passeggiata nella solitudine è come un viaggio attraverso le pieghe del silenzio. E mentre il vento sussurra tra gli alberi e gli uccelli intonano la loro melodia, mi rendo conto che, a volte, è nella solitudine che troviamo la compagnia più autentica: quella di noi stessi.

Adoro questo periodo dell’anno, passeggiare con l’aria frizzante del mattino è rigenerante ed i colori sono più che mai meravigliosi.
E’ la bellezza di vivere fuori città. Cambiago, Villoresi, neanche fosse Elfreth’s Alley ma per me è la cosa più bella, un balsamo per l’anima se unito a qualche nuova canzone d’ascoltare.

Mentre il sole dipinge sfumature di rosso e arancione nel cielo, mi incammino e la bellezza serena della natura intorno a me sembra sottolineare l’importanza di questa passeggiata, un viaggio dentro e fuori di sé.

La solitudine, un tempo considerata un rifugio temuto, si svela per me come un santuario di introspezione. È come se la natura stessa invitasse a scoprire ciò che si cela nelle profondità della mente. Il fruscio delle foglie sotto i miei passi accompagna il ritmo dei pensieri che si svelano gradualmente.

In questo mondo di connessioni costanti, la solitudine è diventata una sfida, un’impresa che richiede coraggio. Ma proprio come ogni passeggiata ha il suo ritmo, così anche la solitudine ha il suo passo lento e riflessivo. È una danza con i propri pensieri, una sinfonia silenziosa che si svela solo a coloro che hanno il coraggio di ascoltarla.

Attraverso il silenzio, i pensieri si fanno più chiari, più definiti. È come se il frastuono del mondo esterno si allontanasse, lasciando spazio a una conversazione intima con se stessi. La mente, come un fiore che sboccia, rivela petalo dopo petalo i pensieri e i sentimenti che magari prima erano nascosti nell’ombra dell’indifferenza.

La passeggiata nella solitudine è come un viaggio attraverso le pieghe del silenzio. E mentre il vento sussurra tra gli alberi e gli uccelli intonano la loro melodia, mi rendo conto che, a volte, è nella solitudine che troviamo la compagnia più autentica: quella di noi stessi.

Non ho proprio bisogno di nessuno!