Usciamo insieme ?

Le passeggiate.

Mentre il sole dipinge sfumature di rosso e arancione nel cielo, mi incammino lungo il sentiero della solitudine. La bellezza serena della natura intorno a me sembra sottolineare l’importanza di questa passeggiata, un viaggio dentro e fuori di sé.

La solitudine, un tempo considerata un rifugio temuto, si svela ora come un santuario di introspezione. È come se la natura stessa invitasse a scoprire ciò che si cela nelle profondità della mente. Il fruscio delle foglie sotto i miei passi accompagna il ritmo dei pensieri che si svelano gradualmente.

In questo mondo di connessioni costanti, la solitudine è diventata una sfida, un’impresa che richiede coraggio. Ma proprio come ogni passeggiata ha il suo ritmo, così anche la solitudine ha il suo passo lento e riflessivo. È una danza con i propri pensieri, una sinfonia silenziosa che si svela solo a coloro che hanno il coraggio di ascoltarla.

Attraverso il silenzio, i pensieri si fanno più chiari, più definiti. È come se il frastuono del mondo esterno si allontanasse, lasciando spazio a una conversazione intima con se stessi. La mente, come un fiore che sboccia, rivela petalo dopo petalo i pensieri e i sentimenti che magari prima erano nascosti nell’ombra dell’indifferenza.

Le prove della solitudine, se affrontate con pazienza e consapevolezza, portano con sé una ricompensa preziosa. La mente si rafforza, i pensieri si affinano, e la connessione con il proprio io interiore si intensifica. Come un escursionista che raggiunge la cima di una montagna, la solitudine offre una vista panoramica sulla propria esistenza.

La passeggiata nella solitudine è come un viaggio attraverso le pieghe del silenzio. E mentre il vento sussurra tra gli alberi e gli uccelli intonano la loro melodia, mi rendo conto che, a volte, è nella solitudine che troviamo la compagnia più autentica: quella di noi stessi.

Adoro questo periodo dell’anno, passeggiare con l’aria frizzante del mattino è rigenerante ed i colori sono più che mai meravigliosi.
E’ la bellezza di vivere fuori città. Cambiago, Villoresi, neanche fosse Elfreth’s Alley ma per me è la cosa più bella, un balsamo per l’anima se unito a qualche nuova canzone d’ascoltare.

Mentre il sole dipinge sfumature di rosso e arancione nel cielo, mi incammino e la bellezza serena della natura intorno a me sembra sottolineare l’importanza di questa passeggiata, un viaggio dentro e fuori di sé.

La solitudine, un tempo considerata un rifugio temuto, si svela per me come un santuario di introspezione. È come se la natura stessa invitasse a scoprire ciò che si cela nelle profondità della mente. Il fruscio delle foglie sotto i miei passi accompagna il ritmo dei pensieri che si svelano gradualmente.

In questo mondo di connessioni costanti, la solitudine è diventata una sfida, un’impresa che richiede coraggio. Ma proprio come ogni passeggiata ha il suo ritmo, così anche la solitudine ha il suo passo lento e riflessivo. È una danza con i propri pensieri, una sinfonia silenziosa che si svela solo a coloro che hanno il coraggio di ascoltarla.

Attraverso il silenzio, i pensieri si fanno più chiari, più definiti. È come se il frastuono del mondo esterno si allontanasse, lasciando spazio a una conversazione intima con se stessi. La mente, come un fiore che sboccia, rivela petalo dopo petalo i pensieri e i sentimenti che magari prima erano nascosti nell’ombra dell’indifferenza.

La passeggiata nella solitudine è come un viaggio attraverso le pieghe del silenzio. E mentre il vento sussurra tra gli alberi e gli uccelli intonano la loro melodia, mi rendo conto che, a volte, è nella solitudine che troviamo la compagnia più autentica: quella di noi stessi.

Non ho proprio bisogno di nessuno!

Librerie

Ci sono dei momenti in cui sto male e non so come stare meglio. La corsa non basta, la palestra non mi aiuta e parlarne con qualcuno non aiuta: in fondo a chi interessa davvero?

Allora prendo la metro e vado nella mia libreria preferita a Milano, in corso Buenos Aires. Mi rilassa andarci, penso sempre che troverò un libro speciale o una persona speciale perché in fondo così mi piacerebbe trovare qualcuno.

Mentre percorro gli intricati corridoi della libreria, le parole della canzone che mi hanno accompagnato da quando ho varcato la soglia risuonano nella mia mente. Non è un caso, non lo è mai. Ogni scaffale e ogni libro sembrano vibrare in armonia con quelle stesse emozioni tormentate e struggenti: la mia anima.

Ricordo tutte le cose che volevamo, le parole si intrecciano con i pensieri che mi assalgono. In questa libreria, i ricordi prendono vita, e il tormento di ciò che è stato affiora in ogni angolo. Siamo stati destinati a dirci addio, sembra che il destino stesso abbia tracciato il nostro cammino.

Mi fermo di fronte a un libro con una copertina logora e polverosa, sembra nascondere una storia d’amore racchiusa tra le sue pagine ingiallite. Lo apro lentamente, come se stessi aprendo il mio cuore a una ferita mai rimarginata.

Le parole della canzone risuonano ancora più intense mentre leggo i versi scritti su quelle pagine. Non volevo che ci consumassimo, non sono venuto per ferirti, ma ora non riesco a smettere di pensarti. Le parole del libro si intrecciano con quelle della canzone, e mi rendo conto che l’amore e il dolore possono essere intrappolati tra le righe di un testo e tra i battiti di un cuore spezzato.

Voglio che tu sappia che non importa dove andremo da qui, ma qualcuno deve andare avanti. Le parole risuonano come un monito e una speranza. Non avresti potuto amarmi meglio, ma è arrivato il momento di lasciarti andare. Quindi sono già andato, ho intrapreso il doloroso viaggio della separazione.

Continuo a sfogliare i libri, cercando conforto tra le parole scritte da autori sconosciuti. Guardo le persone intorno a me, ognuna con la propria storia da raccontare, con i propri addii e i propri ricordi tormentati. Non siamo soli in questa lotta contro il tempo e il destino.

La libreria diventa un rifugio, un luogo in cui le parole si fondono con l’anima, in cui le storie si intrecciano con la nostra. Ogni pagina che giro, ogni parola che leggo, mi avvicina sempre di più alla comprensione dei misteri dell’amore e della separazione.

Mentre continuo la mia esplorazione, mi rendo conto che la libreria stessa è un simbolo dei cicli della vita. I libri vengono letti, amati, abbandonati e poi ritrovati da nuovi lettori, in un continuo fluire di emozioni e conoscenza.

E così, tra le parole nascoste tra le pagine, tra i versi di quella canzone che mi ha accompagnato sin dall’inizio, mi avventuro ancora più in profondità nella libreria. In quel luogo magico, so che troverò risposte, consolazione e forse persino una nuova speranza che mi aiuterà a dare un senso al mio passato e a trovare la strada per andare avanti.

Quale libro ho scelto?

I ponti di Madison country

Quanto può durare un amore impossibile
Un amore impossibile,
che ha avuto anche solo
un istante di possibilità,
ma per qualche normalissimo e sadico
o assurdo e inevitabile motivo,
non può svolgersi, non può viversi,
un amore che è, ma non può esistere,
un amore che non ci sarà mai tempo a scalfire, né abitudine a spegnere.
Il guaio, meraviglioso e terribile guaio,
è che basta anche solo un attimo
per creare un ricordo,
e ciò che sopravvive alla dimenticanza,
è destinato, o forse dovrei dire condannato, all’eternità.
Un amore impossibile,
è possibile che resista a tutto,
anche ad altri amori,
perché lascia sempre intatto il desiderio
che brilla nel ricordo,
e nel ricordo si ama davvero,
forse anche di più.
Quanto può durare un impossibile?
Un vero amore impossibile, è per sempre.

Happy Ending

“Se fingessi che non è mai successo nulla di sbagliato, potrei dormire, potrei pensare che abbiamo semplicemente continuato”

Ci sono dei momenti in cui senti una connessione, c’è poco da fare.

La pioggia cadeva incessantemente, come se il cielo stesso fosse in armonia con la mia giornata: Grigia. Sin dall’alba, un raffreddore persistente aveva già compromesso il mio stato d’animo, e non ero riuscito a trovare pace durante la notte. L’inizio della giornata aveva confermato le mie certezze: cliente insoddisfatto aveva messo a dura prova la nostra professionalità, e il peso delle sue lamentele aveva inflitto una ferita al nostro orgoglio.

Alla fine della giornata, mentre riaccompagnavo il mio collega verso casa, ci eravamo trovati in un momento di vulnerabilità. Le conversazioni riguardanti le questioni personali erano emerse spontaneamente. Avevo condiviso con lui i dettagli della mia vita ormai priva di amore. La mancanza di affetto e la solitudine erano diventate il mio compagno silenzioso, e le mie speranze di un cambiamento erano sbiadite come il grigio cielo sopra di noi.

Quel dialogo, insiema alla giornata, mi aveva spinto a riflettere ancora di più su quanto avevo perso ed ho volutamente sentito quella canzone. La musica, ora, era l’unica compagna nella mia auto, mentre la pioggia sferzava il vetro e le parole di Mika mi riportavano a te, ho sentito la connessione che solo la musica può regalare.

“Questo è il modo in cui mi hai lasciato, non sto fingendo, nessuna speranza, nessun amore, nessuna gloria, nessun lieto fine.” Il ritornello della canzone sembrava catturare perfettamente il senso della nostra relazione. Il cantante non fingeva, non c’era speranza, né amore, né gloria, né lieto fine. Era tutto finito, e non c’era modo di negare quella realtà dolorosa.

Mi domandai quando avessi capito che era finita per me, per noi. Un ricordo nitido mi attraversò la mente. Era stata una domanda semplice, diretta, che ti avevo posto “Sei riuscita ad andare avanti con qualcun altro?” La tua risposta affermativa aveva scosso il mio mondo, rivelandomi che non ci poteva essere amore, che amore era se riesci ad andare con qualcun altro ?

Continuai a guidare, assaporavo quella tristezza, perchè è rivelatrice. La canzone era in loop.

Io da quel momento, non avevo avuto più nessun altro nella mia vita. Era come se il mio cuore, incapace di dimenticare, fosse rimasto prigioniero del passato. Era un peso che portavo con me, e la canzone di Mika mi aveva portato a sfogare le lacrime che avevo trattenuto per troppo tempo. Chissà cosa vorrà dire questo ? Sono passati tanti anni, troppi da quando ho avuto qualcuno, perchè ? Ha un valore ?

Lasciai che la musica mi guidasse attraverso il mio dolore, mentre la pioggia continuava a cadere.

Era chiaro.

Nonostante il desiderio del mio corpo, avevo scelto di rimanere solitario, senza nemmeno il conforto delle esperienze fisiche che avevo conosciuto in passato. Era un’astinenza volontaria, una forma di auto-punizione che rifletteva la profondità della mia delusione e il mio scetticismo verso l’amore e l’intimità. Non ero più in cerca di qualcuno, nemmeno per il solito sesso. Era come se avessi chiuso una porta che avevo paura di riaprire, temendo che potesse portare solo a un’altra serie di delusioni.

Non certo amore per lei, che era riuscita ad andare con qualcuno così presto.