sii la mia pace, ho avuto abbastanza problemi

Collect moments, not things
Non saprei che fare / chi diverrò / se cadrò – che ruolo avrò / se vacillo
La bambina che vedete nella foto, è una fra quei bimbi allineati dinnanzi ai calciatori, prima del fischio d’inizio di una gara di calcio.
La partita in questione è Fiorentina-Monza, e la bimba che vedete nella foto, una volta inquadrata dalla telecamera, ha chiaramente esclamato, per ben due volte: ‘Juve merda, Juve merda’.
Il punto non è la Juve – acerrima ‘nemica’ del popolo viola -, in quanto anche se l’epiteto fosse stato rivolto all’Inter o al Milan, sarebbe stato uguale; piuttosto porrei l’accento su quella becera volgarità capace di fare breccia anche nei più piccoli.
Non credete che sarebbe stato meglio se, ad esempio, avesse esclamato: ‘Forza Fiorentina’?.
Un modo spontaneo e genuino di sostenere la propria squadra del cuore e i propri idoli.
Ed invece, anche questa piccola fiamma va ad alimentare il fuoco dell’antisportivita’.
Il fuoco che alimentano gli ultras più feroci e i tifosi, o pseudo tali, a tutti i costi.
Mi auguro che i genitori della bimba, facciano capire alla propria figlia che forse sarebbe meglio tifare per, e non contro; evitando espressioni poco edificanti, al fine di costruire un futuro che superi steccati e contrapposizioni a prescindere.
Altrimenti non resti che prendere atto che il mio mondo, sia semplicemente manifesto poco attrattivo anche da parte di chi debba fornire le giuste linee guida per gli uomini e le donne del domani, appartenenti ad una società – e ad uno sport – per larghi tratti alla deriva.
È successo che il nostro amore è stato inghiottito da una tempesta di sabbia e confusione.
Spesso dalle tempeste, non si esce indenni e noi, non siamo stati un’eccezione.
Mentre cercavamo di proteggere i nostri occhi dalla tempesta, le nostre mani si separarono.
Quelle stesse mani, che ancora oggi visitano i miei sogni notturni, sembrano ancora carezzare con dolcezza il mio viso.
E poi è arrivato il momento più buio, quando ciascuno di noi ha deciso di seguire le proprie impronte, le proprie motivazioni, alla ricerca di un rifugio sicuro.
Nel cuore della tempesta, bramavo disperatamente di scorgere anche solo un accenno, un segno, qualsiasi indizio che potesse condurmi nel suo rifugio, il luogo dove avremmo potuto stringerci così forte da non separarci mai più.
Ma ciò non è accaduto.
Sotto quella sabbia, c’era solo altra sabbia un mare di dubbi e rimpianti che inghiottiva ogni speranza.
Avrei dato qualsiasi cosa per ritrovare quella dolcezza per sentire ancora il calore del suo abbraccio, per riassaporare il profumo della sua pelle vicina alla mia e per perdere me stesso nel riflesso dei suoi occhi luminosi.
Ancora oggi il mio cuore sembra essere marchiato dalle tracce di sabbia di quella tempesta, di quell’amore perduto.
Forse durante quella tempesta avremmo dovuto proteggerci l’un l’altro, dovevamo unire le nostre mani in modo che tra di esse si creasse una sorta di scudo per i nostri occhi.
Ma il vento ha soffiato troppo forte e ci ha divisi, lasciandoci soli, in mezzo a un deserto di lacrime e di malinconia
Ho imparato che spesso le persone non comprendono quello che hanno davanti e spesso non lo apprezzano…
ho imparato ad accettare le delusioni o comunque a non dargli troppo peso..
ho imparato ad andare avanti anche quando l’unica persona con cui vorresti parlare è la stessa che ti ha ferito..
ho imparato che questo molte persone non l’hanno MAI capito.
Che i vuoti NON sempre possono essere colmati.
Che le grandi cose si vedono dalle piccole cose.
Che la ruota gira, ma quando ormai non te ne frega più niente.