Prendi tua figlia, portala a Siracusa, siediti sui gradoni del teatro greco e insegnale lo splendore della disubbidienza. E’ rischioso ma è più rischioso non farlo mai.
Gabriele Romagnoli, dall’articolo “Cercasi Antigone per la Rivoluzione”, Vanity Fair del 5-06-2013, pag. 74 “Antigone”, disse sua sorella ”Ti uccideranno”. “In qualche modo dovrò pur morire”, disse Antigone sempre rivolgendole le spalle. “Dovrò passare molto più tempo da morta che da viva”. “Sei pazza”, le disse la sorella.” E mi fai paura. Ma giuro. Non racconterò a nessuno quello che stai per fare”. L’affermazione fece girare la sorella minore per guardare di nuovo la maggiore negli occhi. ” URLALO PURE CON TUTTA LA VOCE CHE HAI!”, strillò.” NON MI IMPORTA CIO’ CHE DICI. NON MI IMPORTA CIO’ CHE CREONTE DICE. NON MI IMPORTA CIO’ CHE DICE LA GENTE, NON MI IMPORTA DI NESSUNO.”
Quando mi chiedono il motivo per cui ho chiamato mia figlia primogenita Antea, evito di dire la verità per timore di apparire troppo intellettuale radical chic o di sembrare una snob, cosa che non sono. Preferisco rispondere con motivazioni più o meno vere, ma che non sono LA ragione principale. Dico che l’ho scelta perché è un nome raro e originale, ma allo stesso tempo semplice e dolce. Dico che l’etimologia richiama la parola greca che significa “fiore” (anthos). Dico che mio padre si chiama Antonio e i due nomi hanno la stessa radice. Dico che all’università avevo una compagna di studi con quel nome, che poi ho perso di vista, ed era bellissima e intelligentissima. Ma la verità è che mia figlia si chiama così perché circa 2500 anni fa un tragediografo di nome Sofocle ha reso immortale uno dei personaggi più affascinanti della mitologia greca: Antigone.
Dicevano i latini che nel nome c’è il nostro destino (“nomen est omen”), ma non auguro certo ad Antea il destino di Antigone. Figlia di Edipo, che si strappa gli occhi quando scopre di aver amato sua madre, Antigone si oppone al divieto imposto dallo zio Creonte di seppellire il corpo del fratello Polinice, che avrebbe dovuto giacere senza dignità e pietà umana, in pasto alle bestie e agli uccelli predatori, poiché si era opposto al fratello Eteocle, usurpatore del trono di Tebe. La ribellione di Antigone contro una legge ingiusta, che va contro la legge naturale di dare una degna sepoltura ai morti, le costerà la vita.
Nel nome di mia figlia, così come in quello di Antigone, c’è questa parola: “anti”, questo seme di ribellione e anticonformismo che spero germogli. Come scrive Romagnoli nel suo articolo, tutte le istituzioni, a cominciare dalla famiglia, insegnano ai bambini il valore dell’obbedienza. Antigone, invece, insegna il valore della disobbedienza. L’obbedienza viene premiata, la disobbedienza viene punita. Richiede coraggio, spirito di sacrificio e idealismo. Ma è la disobbedienza a tracciare il solco per l’avanzamento della storia sulla via della giustizia e non sulla volontà di qualsiasi governante.
Ecco perché ho chiamato mia figlia Antea. Volevo che il suo nome trasmettesse, per “osmosi”, proprio queste virtù elencate da Romagnoli: il coraggio, lo spirito di sacrificio, l’idealismo. Perché Antigone è anche Ipazia, che nel IV secolo d.C. viene uccisa per difendere il suo amore per la scienza. È Malala Yousafzai, che ha rischiato la vita per affermare il diritto all’istruzione delle bambine pakistane. È Eleonora Pimentel da Fonseca, è Rosa Parks, è Dolores Ibá
GRAZIE.