Mese: Gennaio 2021
Oh mother!
Maybe someday
When I look back I’ll be able to say
You didn’t mean to be cruel
Somebody hurt you too
Il brutto anatroccolo
Mio padre mi ha detto che si da piccolo ero molto sensibile, come Simone.
Mi ha detto che da piccolo piangevo ogni volta che vedevo il brutto anatrocco.
Non poteva che essere così
Trinkets
Spoiler 🙂
Joe che sostituisce lo spartito con tutti gli oggetti trovati da 22 mentre è nel suo corpo è una metafora così intelligente. Finalmente esce dalla sua fantasia di “scopo musicale” e realizza che tutti quei piccoli oggetti SONO la sua vita. I suoi amici, i suoi genitori, i suoi momenti di solitudine, i suoi studenti, la sua passione, i suoi ricordi … Non siamo nati con uno scopo, non sempre, ma piuttosto con una scintilla che ci fa sentire vivi.
2020
In certi periodi della mia vita, quelli in cui ho affrontato dei cambiamenti, avverto l’avvicinarsi del primo gennaio più forte.
È tutto un insieme di sensazioni, principalmente negative.
Di ansia, incertezza e profonda inquietudine.
Mi chiedono “cos’hai?” Come se la domanda non fosse scontata e la risposta di più.
Eh, cosa ho. Cosa non ho.
“Non lo so” E invece lo so. Sempre.
Dal primo gennaio di quell’anno.
Negli anni a venire ho iniziato a convincermi che ci fosse una sorta di data di scadenza del Dolore e che dopo non fosse più consigliato aprire la confezione.
Fine di una amicizia? Dai 3 ai 6mesi.
A seconda dell’amicizia.
Fine di un amore? Dai 6 ai 12 mesi, dopo diventa chiusura. O clausura.
Lutto? ahi, questa è difficile!
“Non lo so” E invece lo so. Sempre.
Dal primo gennaio di quell’anno.
Sarebbe così semplice avere delle etichette PAO come nei cosmetici (grazie Emma ♥️)
E poi buttare la confezione di Dolore scaduta proprio come dovrei fare con l’oki che mi ostino a portarmi sempre dietro.
Fra poco saranno anni.
Anni di domande senza risposte.
Di malattie senza medicine.
Di conti senza oste.
Di tempo che non abbiamo avuto.
Di confezioni senza scadenza.
Non ho imparato a buttare via ma a crescere e lasciare andare.
E ho imparato a ridere, ridere tanto.
Ad amare, ascoltare, sbagliare, chiedere scusa… E lasciare andare, le persone non i ricordi.
Quelli ancora mi invadano, come dicevo,
i giorni prima del nuovo anno.
Niente succede per caso
Siamo tutti connessi in qualche modo.
Alla fine la chiave l’ho trovata, era tutto nella mia testa.
«Tu sei innamorato di un sogno»
Tutto ti sembrava speciale perché era tutto solo frutto di un sogno. La realtà che parlava di ben altro.
Una realtà (quella del passato) che se è fine a se stessa risulta essere solo un riflesso delle proprie immaginazioni (delle pagine con dei confini, quindi).
«E Zelda è proprio così come te la immagini!»