ho imparato

Ho imparato che spesso le persone non comprendono quello che hanno davanti e spesso non lo apprezzano.
Ho imparato che da un giorno all’altro tutto può cambiare.
Ho imparato che non c’è cosa più bella e difficile che potersi fidare di qualcuno.
Ho imparato ad accettare le delusioni o comunque a non dargli troppo peso.
Ho imparato ad andare avanti anche quando l’unica persona con cui vorresti parlare è la stessa che ti ha ferito.
Ho imparato che questo molte persone non l’hanno mai capito.
Ho imparato che più dai e meno ricevi.
Che ignorare i fatti non cambia i fatti.
Che i vuoti non sempre possono essere colmati.
Che le grandi cose si vedono dalle piccole cose.
Che la ruota gira, ma quando ormai non te ne frega più niente.
E (soprattutto quello che più mi piace della vita) è che non si finisce mai di imparare.

Chain of memories

Per me, “5 cm al secondo” non rappresenta l’immagine fallita di un amore.

Da un romantico incallito, ho pianto e sono stato frustrato per il suo finale. Credevo ancora nell’idea di una persona unica che potesse salvarmi da questo mondo freddo. La suspense del film mi ha quasi straziato e, alla fine, la frustrazione mi ha fatto scaturire lacrime di rabbia. Perché qualcuno dovrebbe realizzare un film così crudele?

Ho riflettuto su me stesso e sono rimasto sorpreso e arrabbiato, mescolando la rabbia del passato con un’altra frustrazione: quella delle mie storie d’amore fallite, dei tentativi infruttuosi di mantenere persone importanti nella mia vita, sfidando ogni avversità e buon senso, e fallendo miseramente.

Più mi faceva male e più volevo dimostrare di poter farcela. Ho perso persone che amavo e a volte mi sdraio a letto faticando a ricordarle, perché il mio cuore è così gravato che potrebbe smettere di battere da un momento all’altro. Quindi, lascio andare, e non mi riferisco solo ai compagni.

Quando è iniziata l’ultima scena, mi ha colpito all’improvviso. Finalmente ho compreso di cosa si trattava.

La vita non è facile e ci saranno sempre momenti in cui, per quanto tu ci provi, non potrai aggrapparti alle cose che ami, o meglio, alle persone in cui credi di amare. Lasciare andare è accettabile.

È umano provare dolore, sentirsi disperati e dare il massimo per non perdere ciò che è importante, ma ciò può distruggerti completamente.

Va bene finalmente lasciarsi andare e ricominciare a vivere la propria vita. Penso che, proprio come nel film, la ragazza sia stata in grado di lasciare andare molto prima di lui.

Lui ha aspettato, incerto. Si interrogava spesso se quell’amore fosse quello perfetto per cui combattere una vita intera.

Ma quando ha visto che nessuno lo stava aspettando, ha sorriso. Come se gli fosse appena tornato in mente un nostalgico ricordo felice. Ed è andato avanti. Il ricordo nel suo cuore e la sua vita davanti.

Spero di trovare anche io questo sorriso. Ci siamo quasi.

Chissà se ne ridi

non arriva neanche un po’ di musica quando qui manchi tu.

“Perché a volte è così. Sarà anche un giorno di Dicembre, sarà anche che fuori senti i bar fare rumore ma il tuo unico interesse è scrivere sul bordo di una finestra appannata. Un cuore.

Ogni volta ti sorprendi di quanto può far male. Per un paio di canzoni. Solo per cantare un po’.

Circondarsi di persone sbagliate e poi rimanerne imprigionato, trasformare l’energia in odio, l’odio in supplica, la supplica in un silenzio stanco e pieno.

Guardarsi indietro e sperare di non aver fatto, magari inconsciamente, lo stesso male subito. E se così fosse, sperare di poter chiedere scusa e grattarsi via di dosso tutto lo sporco della cattiveria.

Raccontare se stessi è raccontare gli altri: chi hai incontrato e chi avresti voluto conoscere. E a volte perdersi.

L’amore e le sue carezze ti permettono di guardare tutto con una messa a fuoco perfetta. E apprezzare e sorridere e ringraziare.

Gli schiaffi, invece, ti buttano la faccia per terra e la tua vista viene molestata da uno schianto di immagini troppo confuse. E non sai più dove sei.

E allora ritrovare il proprio fuoco, il proprio centro. E ricominciare.

E intanto scrivere sul bordo di una finestra. Solo cantando un po’.”

Ho ritrovato questi appunti l’altro giorno e ho capito che forse è arrivato il momento di arrestare per un po’ la corsa. Sono in quella fase in cui tutto potrebbe essere ma ancora non è. Nell’ultimo periodo ho lasciato troppo spazio a persone sbagliate del mio passato e adesso devo riprendere in mano le chiavi di casa. Sì, sono sparito un po’. Mi sono nascosto dal mondo per proteggermi.

Ho fatto uno sbaglio imperdonabile però: ho confuso la ricerca di protezione con la paura. E mi sono nascosto per paura.

Basta finti sorrisi e parole non dette. Basta con tutti quei “era meglio parlarci”.

Amare. Ma amare significa amare gli sbagli. Tutti gli sbagli. E ora voglio solo amare il mio essere così sbagliato.