Francesca Allevi – Diario

4 marzo 1981

“Sono innamorata di Francesco. Sono incredibilmente innamorata del sosia di me stessa. Gemelli. Lui è la versione di me al maschile”.

16 settembre 1981

“Francesco non lo vedo più e fra poco lo lascio. Una cosa destinata a finire, anzi, mai iniziata”.

20 dicembre 1981

“Faccio il mio testamento di amore e di morte perché ho sempre sentito l’amore come morte (e la morte come amore?). Non voglio morire… non posso amare…”.

2 agosto 1982

“Sono perdutamente innamorata. Perdutamente, che significa: perdersi”.

12 settembre 1982

“Dire che sono infelice è anche poco per esprimere la mia infelicità. Continuare ad amare Francesco quando lui non può amarmi. Sola, sola, sola, io da sola, io che amo e non posso essere riamata”.

I pensieri di Francesca Allevi risuonano profondamente con la mia esperienza personale. Mi colpiscono perché ho vissuto quelle stesse emozioni e riflessioni. “Sola, sola, sola, io da sola, io che amo e non posso essere riamato” – questa frase risuona nel mio cervello. Boom. Boom. È il sentimento che si prova quando si è innamorati di qualcuno e si comprende che quella persona non è la scelta giusta, che anzi, ci sta facendo del male, ma si fatica a staccarsi da lei. È come essere dipendenti da una droga.

Ci si ritrova intrappolati in relazioni che non portano più felicità o benessere, ma si continua a lottare, sperando che qualcosa cambi o migliori. L’amore dovrebbe portare gioia, dovrebbe colorare la vita di rosa, non dovrebbe gettare ombre nere. Ombre poi, difficili da illuminare ancora.

È in questo spirito che cerco di coltivare le mie relazioni, cercando la bellezza e la gioia che possono portare. Non demoni. Unicorni colorati.