redenzione laica

I servizi di psichiatria vedono crescere il numero di giovani che accusano forme di disagio psichico. Un fatto allarmante, che più che il segnale di un aumento delle patologie, è il sintomo di un malessere generale che permea la società. Un fenomeno che costringe a interrogarci su che cosa si basi la nostra società, su quali siano le cause delle paure che ci portano a rinchiuderci in noi stessi. I problemi dei più giovani sono il segno visibile della crisi della cultura occidentale fondata sulla promessa del futuro come redenzione laica. Si continua a educarli come se questa crisi non ci fosse, ma la fede nel progresso è sostituita dal futuro cupo, dalla brutalità che identifica la libertà con il dominio di sé, del proprio ambiente, degli altri.

Luigi è a lavoro ?

Se nei giorni in cui lavoro da remoto entra qualcuno in ufficio chiedendo di me, ecco non dite mai “No, oggi Luigi non c’è, è in smartworking” ma rispondete “Sì, sì, oggi Luigi c’è, lavora in smartworking”.

Si potrebbe sintetizzare così lo smartworking, in italiano il lavoro agile. Perché si lavora anche così, non necessariamente seduti alla scrivania nel proprio ufficio. L’abbiamo imparato, chi già non lo faceva prima, in questi due anni di pandemia. Ci si può organizzare meglio, si risparmia tempo e tanto la produttività quanto la vita personale ne traggono vantaggio. Win-win, per stare sull’inglese. Che poi, per rispondere agli scettici, guardate che chi non lavora da casa, di regola non lavora neppure dall’ufficio.

Dal 1 settembre, ormai ci siamo, torna obbligatorio l’accordo individuale, sospeso negli ultimi due anni. Cos’è? È il fulcro dello smartworking (che ricordiamo non è un contratto di lavoro ma una sua modalità di esecuzione).

Datore di lavoro e lavoratore si devono mettere d’accordo su come organizzare il lavoro, in parte all’interno dei locali aziendali e in parte all’esterno, senza precisi vincoli di orario e di luogo di lavoro. È un accordo, il che significa che se una delle parti non è – appunto – d’accordo non se ne fa nulla. Ed è individuale, non collettivo (anche se spesso regolamenti o contratti collettivi possono dare indicazioni).

L’accordo deve essere stipulato in forma scritta, dicono le norme, “ai fini della regolarità amministrativa e della prova” e deve essere conservato dal datore di lavoro per cinque anni dalla sua sottoscrizione. Nessuna sanzione esplicita se manca l’accordo, ma conseguenze in base ai fini che è chiamato a raggiugere. Come provare i contenuti dell’accordo? Quali le conseguenze in caso di infortunio?

Novità degli ultimi giorni: l’accordo individuale, a differenza del periodo pre-pandemico, non deve più essere trasmesso al Ministero del Lavoro al quale basterà sapere (oltre all’elenco dei lavoratori interessati) la data di sottoscrizione dell’accordo e la sua durata. La comunicazione di questi dati (che poi il Ministero trasmetterà all’Inail) dovrà essere effettuata entro cinque giorni dalla sottoscrizione dell’accordo, pena una sanzione pecuniaria da 100 a 500 euro. Per la prima fase transitoria il termine è fissato al 1 novembre.

Bene, inizia la fase due dello smartworking ordinario e non più emergenziale!

E ricordatevi che risposta dare quando, non trovandomi in ufficio, vi chiederanno “Oggi Luigi è al lavoro?”.

orme

Emma 29 agosto 2022

Tu padre che non eri ancora pronto, ma davanti al tuo bimbo cambiasti  la tua vita.

Mentre lo stringevi lui ti sorrideva ed il tuo cuore già sapeva che era ciò che tu volevi.

Tu padre che non eri ancora pronto ora sei maestro di questo figlio quasi uomo che tanto ti somiglia.

Questo figlio che ha imparato tra le guerre quotidiane che nessuno gli regala i suoi sogni nel cassetto.

Mentre ambizioso e forte sceglierà il suo cammino sa che le tue braccia lo sorreggeranno.

Tu padre che gli hai insegnato tanto ora ne sei certo: ‘impronta che hai lasciato lui la seguirà.

Le cose si ciancicano

https://youtu.be/FO_2RCgpkzY

finalmente ho capito.

Tante volte per paura di sbagliare o affrontare le cose rimandiamo un qualcosa a un domani e ogni volta che quel domani si avvicina spostiamo la data di scadenza. Ma la vita intorno a noi va avanti, le persone crescono, il lavoro si evolve, gli studi perdono di valore e il tempo passa e stiamo li immobili.

A volte è una questione di timing