Come i ciliegi con la primavera

Ti stai sbagliando non è stata una coincidenza..ognuno di noi si trova dov’è per via delle scelte che ha compiuto! Che fossimo in classe insieme non è stato un caso..non è stato nemmeno a causa del destino..Per scrivere “Vivere con la morte” ho scelto quel quaderno..a te che piacciono i libri ha incuriosito e l’hai raccolto..e poi hai accettato il mio desiderio..Tutte le scelte che hai fatto finora..tutte le scelte che io ho fatto finora..ogni nostra scelta si è accumulata alle altre e ci ha fatto incontrare! Ecco perché siamo qui ora..

Trinkets

Spoiler 🙂

Joe che sostituisce lo spartito con tutti gli oggetti trovati da 22 mentre è nel suo corpo è una metafora così intelligente. Finalmente esce dalla sua fantasia di “scopo musicale” e realizza che tutti quei piccoli oggetti SONO la sua vita. I suoi amici, i suoi genitori, i suoi momenti di solitudine, i suoi studenti, la sua passione, i suoi ricordi … Non siamo nati con uno scopo, non sempre, ma piuttosto con una scintilla che ci fa sentire vivi.

2020

In certi periodi della mia vita, quelli in cui ho affrontato dei cambiamenti, avverto l’avvicinarsi del primo gennaio più forte.
È tutto un insieme di sensazioni, principalmente negative.
Di ansia, incertezza e profonda inquietudine.
Mi chiedono “cos’hai?” Come se la domanda non fosse scontata e la risposta di più.
Eh, cosa ho. Cosa non ho.
“Non lo so” E invece lo so. Sempre.
Dal primo gennaio di quell’anno.
Negli anni a venire ho iniziato a convincermi che ci fosse una sorta di data di scadenza del Dolore e che dopo non fosse più consigliato aprire la confezione.
Fine di una amicizia? Dai 3 ai 6mesi.
A seconda dell’amicizia.
Fine di un amore? Dai 6 ai 12 mesi, dopo diventa chiusura. O clausura.
Lutto? ahi, questa è difficile!
“Non lo so” E invece lo so. Sempre.
Dal primo gennaio di quell’anno.
Sarebbe così semplice avere delle etichette PAO come nei cosmetici (grazie Emma ♥️)
E poi buttare la confezione di Dolore scaduta proprio come dovrei fare con l’oki che mi ostino a portarmi sempre dietro.
Fra poco saranno anni.
Anni di domande senza risposte.
Di malattie senza medicine.
Di conti senza oste.
Di tempo che non abbiamo avuto.
Di confezioni senza scadenza.
Non ho imparato a buttare via ma a crescere e lasciare andare.
E ho imparato a ridere, ridere tanto.
Ad amare, ascoltare, sbagliare, chiedere scusa… E lasciare andare, le persone non i ricordi.
Quelli ancora mi invadano, come dicevo,
i giorni prima del nuovo anno.

Niente succede per caso

Siamo tutti connessi in qualche modo.

Alla fine la chiave l’ho trovata, era tutto nella mia testa.

«Tu sei innamorato di un sogno»

Tutto ti sembrava speciale perché era tutto solo frutto di un sogno. La realtà che parlava di ben altro.

Una realtà (quella del passato) che se è fine a se stessa risulta essere solo un riflesso delle proprie immaginazioni (delle pagine con dei confini, quindi).

«E Zelda è proprio così come te la immagini!»

Vivere nel presente

https://youtu.be/r4cn5trceIo

Siamo costantemente alla ricerca della felicità, tutti, nessuno escluso. La aspettiamo,desideriamo, sembra non arrivare mai e se arriva se ne va. E se invece di aspettare iniziassimo a fare qualcosa? Cosa è ?

Cambia sicuramente con il tempo ed in fondo, se ci reflettiamo forse non sappiamo neanche elencari i punti che ci permetterebbero di esserlo. Vero ? Vivere il presente! Quante volte abbiamo letto o sentito dire questa frase?

Senti sempre quel maldipancia ? Quel senso d’insoddisfazione che neanche tu sai bene cosa sia e ti butti sempre in qualcosa di nuovo ?
Basta sempre cercare qualcosa di nuovo ?
Basta trovare il prossimo obiettivo ?
Non sai tu neanche cosa, senti solo quel senso d’insoddisfazione. Basta cambiare il modo in cui guardo le cose ? Basta solo questo ?

Non c’è niente di diverso nella mia vita, ho solo cambiato il modo in cui guardo le cose. Sono rimasto stupito di quanti piccoli momenti di felicità avevo durante ogni mia giornata, anche in quelle più brutte.

Semplicemente non me ne rendevo conto

È inutile aspettare un momento felice, non arrivera mai e saremo perennemente insoddisfatti : è inutile aspettare un giorno di sole e durante tutti gli altri lamentarsi della pioggia, è inutile aspettare il momento per fare. Non esiste il momento buono, mai.

Non è facile, ma una cosa che mi ha aiutato è il barattolo della felicità.

È un modo semplice, ma efficace, per iniziare ad essere consapevoli di quelle piccole cose che ci rendono felici durante la giornata.

Il Barattolo della felicità è un progetto nato dall’idea della scrittrice Elizabet Gilbert, autrice del best seller “mangia prega ama” (Eat pray love) da vedere !!! .

Come creare il barattolo della felicità

Ecco l’occorrente :

  • Un barattolo di vetro
  • Foglietti colorati
  • Matite, pennarelli, penne colorate
  • Un pizzico di fantasia

Oppure, semplicemente un foglio word, un notepad, google keep, cosa che, da buon informatico, preferisco.

Ogni sera, prima di andare a dormire, prendetevi 5 minuti, pensate e scrivete su un bigliettino un momento felice della giornata appena trascorsa, dopodiché mettetelo nel barattolo o sul pc.

Nel barattolo metteremo solo un momento felice, ma ripercorrendo con la mente la giornata per trovarlo, vi accorgerete che ce n’è più di uno. A volte faticherete a scegliere.

Farlo di sera è importante perché vi addormenterete ricordando cose felici e quindi, più rilassati.

Durante la giornata diventerete più consapevoli delle cose belle che accadono e a cui prima non facevate nemmeno caso. Ricordate? Rendersene conto.

Nel mio barattolo a volte c’è una canzone, un semplice sorriso.

Quando il barattolo è pieno o quando ne sentite il bisogno, è arrivato il momento di rileggere i vostri bigliettini.

Sentivo perdermi dentro te. Non avevo mai provato.

Sopravvalutato

“È la fine della storia, e non lo sai. Lui è lì, in piedi davanti alla finestra, e tu non gli perdoni di schermare la luce. Non è lui che vedi, ma il giorno, cui lui impedisce di entrare. Inizia così. Lui è lì, e la sua presenza ti dà fastidio… Certo, per lui provi tenerezza. Pare si dica così quando non si ama più. Ma allora, più si prova tenerezza e meno si ama? Chi può dire quale sia la differenza? Tenerezza è quando non c’è più desiderio. Una carezza sulla guancia prima di addormentarsi. Come fratello e sorella.“