La vita in ogni respiro

“Il fiore perfetto è una cosa rara. Se si trascorresse la vita a cercarne uno, non sarebbe una vita sprecata.”

Un meraviglioso scontro-confronto tra due paradigmi di esistenza, uno che si fonda nel suo dinamismo, fretta, programmazione, efficienza e l’altro che cerca il fiore perfetto in ogni bocciolo, consapevole che ogni bocciolo morirà eppure conscio che la sua esistenza sarà compiuta, breve ed unica. Una bellezza aleatoria, non governabile, non gestibile.
Io che sono sempre stato espressione del primo pensiero nei minimi dettagli sono sempre più attratto dal secondo e sorrido rispetto alle motivazioni dell’efficienza e della programmazione perchè puoi adottare qualsiasi metodologia ma il carburante del successo è sentirsi parte di un qualcosa che in fondo ami/curi/credi in qualche modo.

La bellezza del fiore nel momento in cui lo vedi. Man mano riesco a far mio questo concetto, spingendomi a pensare al “cambiamento” in maniera diversa perché in fondo tutto cambia, il fiore muore e sta morendo anche nel momento di massima bellezza. Io non sono quello di dieci anni fa ma sopratutto anche le persone intorno a me cambiano, in maniera più o meno percettibile.

I bambini ad esempio cambiano ad una velocità per me difficile da accettare : ancora vorrei fare le coccole alla mia piccolina, fare l’aeroplano con il cucchiaino, ma ormai la piccolina non c’è più e anche se mi manca devo capire che quello che è stato è compiuto ed è stato bellissimo e lavorare su una nuova bellezza che se pur diversa è meravigliosa. Riconoscerla.
Adesso posso parlarle delle mie paure ad esempio, delle sue, della bellezza di un tramonto.

Amarsi in maniera diversa ma sempre amarsi.
Io questa cosa non l’avevo mica capita sai ? E’ importante compiersi e crescere amando sempre ma in modo diverso. Non rimpiangere niente.
Nel passato non c’è niente che una lezione per vivere la bellezza dell’adesso.
Adesso sei felice ? Cosa c’è stato di bello oggi ? Cosa hai imparato ? Hai amato ? Sei cresciuto ? Cosa non farai domani ? Cosa lasci al passato ?

Mi esplode il cervello se penso di poter essere ogni cosa, una qualunque parte del tutto. Il non-pensiero salda il corpo con lo spirito e libera dalla paura della morte. Ah se ho avuto paura della morte io !


Cambio il modo di vedere: i germogli non sono “nel fiore della vita”, ma stanno tutti morendo. È proprio in questa idealizzazione estetica della morte che si può riconoscere la vita in ogni respiro, in ogni tazza di te e in ogni vita che togliamo: la via del guerriero”.

Buongiorno vita

A tutte le persone che amano qualcuno che non hanno mai visto, a tutte le persone che amano ma non sono ricambiate, o non ancora. Continuate ad amare, e siate felici solo di questo. Amare è desiderare la felicità dell’altro, e anche se non dovesse andare come volete voi, nessuno potrà togliervi il vostro amore, che è la cosa più preziosa e vera che avete. Siate felici di amare: magari un giorno andrà bene, ma se non dovesse succedere siate felici perché l’altra persona è felice. Non sarà difficile se amate davvero. E non perdete le speranze, perché avete già tutto ciò di cui avete bisogno. A tutte le persone che amano, me compreso

Lo splendore della disobbedienza

antigone

Prendi tua figlia, portala a Siracusa, siediti sui gradoni del teatro greco e insegnale lo splendore della disubbidienza. E’ rischioso ma è più rischioso non farlo mai.

Gabriele Romagnoli, dall’articolo “Cercasi Antigone per la Rivoluzione”, Vanity Fair del 5-06-2013, pag. 74 “Antigone”, disse sua sorella ”Ti uccideranno”. “In qualche modo dovrò pur morire”, disse Antigone sempre rivolgendole le spalle. “Dovrò passare molto più tempo da morta che da viva”. “Sei pazza”, le disse la sorella.” E mi fai paura. Ma giuro. Non racconterò a nessuno quello che stai per fare”. L’affermazione fece girare la sorella minore per guardare di nuovo la maggiore negli occhi. ” URLALO PURE CON TUTTA LA VOCE CHE HAI!”, strillò.” NON MI IMPORTA CIO’ CHE DICI. NON MI IMPORTA CIO’ CHE CREONTE DICE. NON MI IMPORTA CIO’ CHE DICE LA GENTE, NON MI IMPORTA DI NESSUNO.”

Quando mi chiedono il motivo per cui ho chiamato mia figlia primogenita Antea, evito di dire la verità per timore di apparire troppo intellettuale radical chic o di sembrare una snob, cosa che non sono. Preferisco rispondere con motivazioni più o meno vere, ma che non sono LA ragione principale. Dico che l’ho scelta perché è un nome raro e originale, ma allo stesso tempo semplice e dolce. Dico che l’etimologia richiama la parola greca che significa “fiore” (anthos). Dico che mio padre si chiama Antonio e i due nomi hanno la stessa radice. Dico che all’università avevo una compagna di studi con quel nome, che poi ho perso di vista, ed era bellissima e intelligentissima. Ma la verità è che mia figlia si chiama così perché circa 2500 anni fa un tragediografo di nome Sofocle ha reso immortale uno dei personaggi più affascinanti della mitologia greca: Antigone.

Dicevano i latini che nel nome c’è il nostro destino (“nomen est omen”), ma non auguro certo ad Antea il destino di Antigone. Figlia di Edipo, che si strappa gli occhi quando scopre di aver amato sua madre, Antigone si oppone al divieto imposto dallo zio Creonte di seppellire il corpo del fratello Polinice, che avrebbe dovuto giacere senza dignità e pietà umana, in pasto alle bestie e agli uccelli predatori, poiché si era opposto al fratello Eteocle, usurpatore del trono di Tebe. La ribellione di Antigone contro una legge ingiusta, che va contro la legge naturale di dare una degna sepoltura ai morti, le costerà la vita.

Nel nome di mia figlia, così come in quello di Antigone, c’è questa parola: “anti”, questo seme di ribellione e anticonformismo che spero germogli. Come scrive Romagnoli nel suo articolo, tutte le istituzioni, a cominciare dalla famiglia, insegnano ai bambini il valore dell’obbedienza. Antigone, invece, insegna il valore della disobbedienza. L’obbedienza viene premiata, la disobbedienza viene punita. Richiede coraggio, spirito di sacrificio e idealismo. Ma è la disobbedienza a tracciare il solco per l’avanzamento della storia sulla via della giustizia e non sulla volontà di qualsiasi governante.

Ecco perché ho chiamato mia figlia Antea. Volevo che il suo nome trasmettesse, per “osmosi”, proprio queste virtù elencate da Romagnoli: il coraggio, lo spirito di sacrificio, l’idealismo. Perché Antigone è anche Ipazia, che nel IV secolo d.C. viene uccisa per difendere il suo amore per la scienza. È Malala Yousafzai, che ha rischiato la vita per affermare il diritto all’istruzione delle bambine pakistane. È Eleonora Pimentel da Fonseca, è Rosa Parks, è Dolores Ibá